Angeli dei Sette Chakra |
 Gli Angeli dei Chakra si rivolgono ad animi in cammino verso un sempre maggiore e consapevole equilibrio personale.
Donarsi o donare un angelo dei Chakra è un gesto colmo di simboli e significati.
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Il 5 febbraio del 2000, vado a riposare un po’ e sogno il dottor Rol |
 Mi trovavo in una stanza poco illuminata che, però, aveva un’ampia finestra.
Con me c’erano dei ragazzi; non li conoscevo, ma si trattava di fratelli e cugini all’incirca della
stessa età. Fra loro, coetaneo, vidi Gustavo Rol.
Come spesso succede nei sogni, sentivo una voce. Diceva: - Il nonno vive con i nipoti.
Mentre ascoltavo quelle parole, vedevo il nonno nel giardino, lì fuori; si trattava di un uomo sulla sessantina, alto e prestante: lo stesso dottor Rol.
Poi, entrando nella stanza, è andato a sedersi sulla mia poltrona piena di libri!
Mi sentivo un po’ a disagio, perché non potevo offrirgli niente di più confortevole e, mentre liberavo la poltrona dai libri che l’ingombravano, ho notato che un trattato d’astrologia era mancante di molte pagine iniziali, compresa la copertina.
Senza avere consapevolezza del tempo che trascorreva, mi ritrovai sorpresa dalla fame: era l’ora del pranzo!
Volevo, ma non potevo fare molto. Sono riuscita a preparare solo un piatto di riso e lenticchie; ma come potevamo condividere quel poco cibo in tanti?
Ho chiesto al dottor Rol se i ragazzi avessero mangiato. Lui, rassicurandomi e alleggerendomi da quell’onere, ha detto che avevano già mangiato da mezz’ora!
Guardavo ancora nella sua direzione e lo vedevo seduto sulla poltrona, illuminato da una lampada; era molto anziano come se, all’improvviso, avesse superato gli 80 anni.
Eravamo soli, dei ragazzi non c’era più traccia.Vincendo l’incertezza, l’ho invitato ad assaggiare
un po’ di riso dal mio piatto ma, dicendomi che attendeva un ospite, ha rifiutato gentilmente.
Me ne stavo lì, con il piatto di riso ancora intatto, quando, senza darmi spiegazioni, ha cambiato idea, cominciando a mangiare.
Era in piedi, alto, ringiovanito, teneva il piatto in mano con disinvoltura e mi sorrideva.
Quando si è accorto che il suo cucchiaio aveva il manico spezzato, ha preso il mio.
Riflettevo: non c’erano altri cucchiai e, se volevo mangiare, avrei dovuto usare quello!
Dopo aver attentamente valutato e superato alcuni timori, ho acconsentito – dentro di me - ad utilizzare lo stesso cucchiaio.
© Rosa Cassino - 2001 - Tutti i diritti riservati. È vietato utilizzare i testi senza autorizzazione.
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