Angeli dei Sette Chakra |
 Gli Angeli dei Chakra si rivolgono ad animi in cammino verso un sempre maggiore e consapevole equilibrio personale.
Donarsi o donare un angelo dei Chakra è un gesto colmo di simboli e significati.
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“Voi dite che ho bisogno di qualcuno
che mi spieghi le mie idee.
Ma dovreste sapere che Ciò che è Grande
è necessariamente oscuro per gli uomini Deboli.
Ciò che può essere reso Chiaro all’Idiota
non merita la mia attenzione”.
W. Blake (da una lettera al reverendo Dr. Trusler)
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Gli eventi straordinari nella sua vita, risalgono all’infanzia. A quattro anni: “gridando” disse di aver visto Dio affacciarsi dal vano della finestra, lì, nella sua stanza.
Ne aveva otto quando, dopo aver detto di vedere il profeta Ezechiele sotto un albero, verrà picchiato dalla madre.
Potremmo supporre, a suon di ragione, che fosse dotato di una bella fantasia di bambino ma, dal 1793 al 1800, mentre scriveva i “Libri profetici”, dichiarò: “Non sento vergogna, né timore, né reticenza a dire ciò che va detto, ossia che io vengo guidato giorno e notte da messaggeri che mi arrivano dal cielo. Ho scritto il mio poema “Gerusalemme” direttamente sotto dettatura…. Posso farne le lodi poiché altra pretesa non ho se non d’aver agito da segretario: i veri attori hanno dimora nell’eternità”.
Anni prima, nell’impossibilità di trovare un editore per i “Songs of Innocence” - che usciranno nel 1789 – trovò una soluzione per produrli in proprio, seguendo le indicazioni di suo fratello Robert – a cui era particolarmente legato - morto da pochi mesi.
Nell’attuare questa nuova tecnica detta “illuminated printing”, o stampa illuminata, fu sostenuto dal prezioso aiuto di sua moglie Catherine Boucher, donna a lui devotissima. Durante il soggiorno a Felpham, nel Sussex, dal 1800 al 1803, ospite di William Hayley – protettore non disinteressato – le visioni furono eventi frequentissimi.
Un giorno raccontò d’aver assistito, nel giardino, al funerale di una fata, trasportata su una foglia di rosa...
L’abitudine di Blake di dipingere certi ritratti di sera e di notte fa supporre che l’artista, al limitare dell’esperienza del sonno, cadesse nello stato ipnagogico ma, presumibilmente, le cose – in un essere creativo del suo livello - non sono poi così semplici; potremmo considerare, come disse, che “Lo stolto non vede lo stesso albero che vede il saggio”, e sappiamo che a lui capitò di vederne uno con i rami carichi di angeli, le cui ali luminose sembravano averlo acceso di stelle…
© Rosa Cassino - 2001 - Tutti i diritti riservati. È vietato utilizzare i testi senza autorizzazione.
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